Sono certo che in molti non sapranno cosa sia questo misterioso cavolo nero, anche se sono parimenti certo che almeno qualche volta l’hanno visto al supermercato o nei banchi del mercato senza però riconoscerlo. Per questo motivo, per imparare a conoscerlo e anche ad apprezzarlo, oggi vi spiego cosa sia questa verdura misteriosa e da oggi e nelle prossime settimane, vi fornirò 6 ricette per utilizzarlo e farlo entrare nelle vostre diete.
Il cavolo nero è sì un cavolo, ma non un cavolo come si intende generalmente: a guardare le lunghe foglie si capisce subito che con il cavolo bianco o con quello romanesco non c’è proprio nulla in comune. E’ una pianta che si coltiva e si utilizza prevalentemente in Toscana (la mia regione) ma ormai è conosciuto e apprezzato anche nel resto d’Italia. Il cavolo nero infatti è un vero e proprio mix di sostanze benefiche per il nostro organismo: è ricchissimo di antiossidanti, di sali minerali e di vitamina C. Come tutte le piante della famiglia dei cavoli ha riconosciute virtù antitumorali (soprattutto per quanto riguarda i tumori che coinvolgono l’apparato digerente), ma rispetto agli altri cavoli, quello nero fermenta molto meno durante la digestione, per questo è molto più facilmente digeribile.
Il cavolo nero nello specifico è una verdura che ha pochissime calorie, quindi è indicato per chi ha un regime ipocalorico, può essere consumato crudo o cotto: è ottimo in minestroni e zuppe, è buono in insalata ma è buonissimo anche centrifugato insieme ad altre verdure o frutti per fare un pieno di vitamine.
Il cavolo nero è un pianta tipicamente invernale, raggiunge la maturazione in autunno e si trova in commercio da novembre a marzo/aprile. Considerate che le foglie sono abbastanza dure quindi sono più buone se acquistate dopo i primi freddi perchè le gelate hanno rotto le fibre interne e quindi il cavolo nero risulta più morbido e necessità anche di un minor tempo di cottura.
Questo è quello che avevo da dirvi a livello teorico, tra poco partiamo con la prima ricetta, un grande classico della gastronomia toscana: la ribollita. Poi nelle prossime settimane le altre idee!
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