Nei giorni che ho passato a Vinitaly, non sono sempre stato a bere vino, ma ho ritagliato del tempo per visitare altri settori della fiera.. non dedicati al vino! Sì, perchè dovete sapere che c’è un padiglione che riserva sempre delle sorprese interessanti, sto parlando del padiglione Sol&AgriFood. In particolare mi sono interessato ad uno studio fatto da ISMEA sull’olio italiano, l’altro prodotto fondamentale dell’agricoltura Made in Italy.
L’istituto ISMEA, che si occupa di ricerche e servizi per il mercato agricolo ha tenuto durante Vinitaly, due laboratori esperienziali e ha diffuso un report sull’olio di oliva. L’argomento è quanto mai interessante e di attualità soprattutto perchè c’è molta confusione per quanto riguarda il mondo degli olii d’oliva. L’olivicultura è un settore molto importante per il nostro paese non solo per i grandi valori di produzione ma proprio perchè rappresenta un’aspetto fondamentale della tradizione e dei nostri territori.
Gusto in EVO-luzione
Per darvi una breve introduzione pensate che l’Italia è il secondo produttore ed esportatore di olio d’oliva e il primo consumatore al mondo. In Italia ci sono più di 800.000 aziende, 1 milione di ettari di superficie coltivata ad olivi e circa 5.000 frantoi. Per essere ancora più specifici pensate che solo nel nostro paese ci sono circa 400 cultivar diverse, 42 Dop e 4 Igp. Quindi è facile capire come il mondo dell’olio italiano è un mondo molto variegato, ma di grande qualità. Questa grande differenziazione degli olii italiani è indice della nostra biodiversità ma significa anche una grande offerta di olii diversi per il consumatore.
Consumatore che purtroppo, duole ammetterlo, non è sempre è pienamente consapevole delle scelte di acquisto che compie. C’è molta confusione tra olii d’oliva e olii extra vergine di oliva. Molti poi non hanno ancora ben capito il valore dei riconoscimenti Dop e Igp. E’ quindi molto importate fare formazione, far conoscere la differenza tra i vari olii italiani e aiutare il consumatore a effettuare delle scelte mirate. L’olio toscano è diverso da quello pugliese, come quello siciliano è diverso dall’olio del Garda. Sono tutti buoni, ma ognuno per le proprie caratteristiche organolettiche si adatta meglio ad alcuni piatti piuttosto che ad altri. Proprio per questo motivo ISMEA, al termine di ogni incontro tenuto in fiera, ha fatto seguire un momento “educativo” con Giulio Scatolini, capo del panel Guida Oli d’Italia del Gambero Rosso. Chi meglio di un esperto del calibro di Scatolini poteva guidare i presenti per capire le differenze e le proprietà dei vari oli. E’ importante capire che gli oli sono diversi, proprio come lo sono i vini.
La Carta degli Oli al ristorante
Proprio partendo da questo principio ISMEA ha lanciato una proposta: inserire nei ristoranti una carta degli oli oltre alla carta dei vini. Credo che la proposta/provocazione di ISMEA sia assolutamente da seguire e rilanciare. In questo noi foodblogger, i giornalisti e tutti gli addetti al settore possiamo fare molto. Così come scegliamo il vino che meglio si abbina ad un cibo, dobbiamo diffondere la cultura della diversità degli oli. Spiegare le caratteristiche organolettiche degli oli e guidare i consumatori in una scelta consapevole è uno sforzo a cui tutti coloro che amano questo settore sono, anzi siamo chiamati a fare!
Vi lascio il link per andare a leggervi l’interessantissimo report di ISMEA. Sono sicuro che troverete degli spunti di riflessione.
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