Starbucks e gli Italians

Starbucks Reserve Rostery

Qualche giorno fa, dopo una grande attesa, Starbucks ha finalmente aperto il suo nuovo store a Milano. E’ il primo store in Italia che, credo fosse rimasto l’unico grande paese a non avere ancora una caffetteria della famosa catena.. di questo passo credo che resterà anche l’unica. Il caffè della sirena ha aperto a Milano in piazza Cordusio, mesi dopo aver annunciato l’apertura, dopo le palme in piazza Duomo e tutta una serie di operazione per prepararsi all’apertura.

Italians vs Starbucks

Io personalmente non amo frappuccini, muffin e tutte le altre amenità che in genere vengono vendute. Sono uno dei pochi italiani che appena varca il patrii confini non va a cercare uno Starbucks per farsi un selfie con il bicchiere con il nome sbagliato. Non mi sento international a scroccare il wifi in una caffetteria, non mi sento migliore se posso bere un cinnamon cappuccino o qualcosa del genere, mentre i miei amici a casa non possono farlo. Certo mi è capitato di prendere qualcosa all’estero da Starbucks ma la trovo una cosa assolutamente normale..

Trovo assolutamente normale, che in base a ragioni di mercato che io (e anche tutti noi..) non conosco gli americani abbiano deciso dopo anni di aprire una caffetteria anche in Italia. Non credo che questo minacci l’espresso italiano o il rapporto che abbiamo noi con i bar e con i nostri baristi di fiducia. Quando andrò a Milano, andrò a vedere come è questo nuovo store ma così come andrò a vedere il nuovo Apple store o qualunque altro negozio dovesse aprire. Non farò 3 ore di fila come ho visto fare a qualcuno.. se hanno così tanto tempo da spendere, beh fortunati loro.

Le polemiche inutili su Starbucks

Intorno a questa apertura ho letto davvero tante, direi troppe polemiche inutili. Per me vale un principio che mi guida sempre, dal lancio dei nuovi iPhone all’apertura di Starbucks come in questo caso. Chi vuole andare va, chi non vuole è perchè appunto non vuole. E chi non vuole andare, visto che sembra disinteressato, dovrebbe secondo me solo stare zitto. Il caffè è troppo caro? Non andare! E la stessa polemica inutile sui prezzi esagerati dei caffè in piazza San Marco. Se uno non vuole pagare quella cifra c’è un modo infallibile per non pagarla: non andare e andare a prendere un caffè da un altra parte. La caffetteria non è una caffetteria, hanno detto in molti. Credo che fosse logico aspettarsi qualcosa di diverso rispetto agli stores che siamo abituati a conoscere.. davvero vi aspettavate in un palazzo storico nel cuore di Milano un bancone con lampade e poltrone dove stare i pomeriggi di pioggia a studiare?

A parte tutto questo, la cosa che più mi ha intristito è una video intervista che è stata realizzata da Tic Toc Bloomberg. Si sentono risposte tipo “gli Americani non lo sanno fare il caffè..” o “ma perchè Starbucks è caffè?”. Io andrei a questi signori a chiedere cosa ne sanno di caffè, di caffè verde, la differenza tra arabica e robusta. Che cosa è un caffè mono origine, o anche solo quali sono i paesi in cui si produce caffè. Ma evidentemente questi signori hanno il palato fine e bevono sempre il Kopi Luwak, il caffè che viene prodotto dalle bacche mangiate, digerite e poi cac*te da dei simpatici zibetti.

Vi lascio il video, così vi fate un’idea sulla povertà intellettuale di questo paese e degli italians che lo abitano. Sono lontani i tempi dei grandi caffè. Dove eravamo sempre pronti a imparare dagli altri. Ed eventualmente anche poi a fare meglio..

 

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