Quando si parla di Prosecco, molto spesso si sentono un sacco di errori dovuti soprattutto alla superficialità. Ormai il nome è diventato così diffuso che molti intendono per Prosecco qualunque vino bianco spumante prodotto in Italia. Non è proprio proprio così… Lo scorso weekend ho avuto il piacere di visitare le bellissime zone di Valdobbiadene per la presentazione della Primavera del Prosecco 2018 e quindi faccio un po’ chiarezza su questo argomento.
Che cosa è il Prosecco?
Cominciamo con la geografia: siamo in Veneto, in particolare nella provincia di Treviso, nella parte più nord, nella zona prealpina che confina con la provincia di Belluno. In queste ripide colline vengono coltivate le viti e proprio qua si produce il Prosecco, in particolare il Prosecco Superiore di Conegliano-Valdobbiadene. Sì, perchè esistono tanti “prosecchi” non solo in base alle aziende che li producono, ma proprio perchè cambiano le regole e le zone di produzione. Immaginate una zona molto vasta che comprende parte del Friuli e buona parte del Veneto: in tutte queste zone si può produrre il Prosecco DOC. Andiamo poi nel cuore di questa area, quella che vi descrivevo prima: qui e soltanto in questa zona ristretta si produce il Prosecco Superiore DOCG.
Ma pensate che si può essere ancora più specifici! Pensate che il Conegliano Valdobbiadene, si può produrre solo ed esclusivamente in 15 comuni. E in questi comuni il Prosecco Superiore Cartizze si può produrre solo in 107 ettari. Pensate quanto abbiamo ristretto il campo! Quindi un vino spumante rifermentato con il metodo charmat e prodotto con uve glera a Pordenone è sì un Prosecco (doc) ma è una cosa ben diversa da un Prosecco prodotto con le stesse uve e con lo stesso metodo ma a Santo Stefano di Valdobbiadene!
Il disciplinare è quell’insieme di regole che stabilisce in modo rigoroso come deve essere prodotto un vino. E’ uno strumento approvato dal MIPAAF a tutela della tradizione ma soprattutto a tutela del consumatore. Per farvi capire, nel disciplinare sono stabilite le zone di produzione, i vitigni e le loro percentuali consentite, i ceppi che possono essere piantati e la resa per ettaro.. ma anche i sistemi di potatura, di coltivazione, il titolo alcolometrico, il reisiduo zuccherino, l’acidità e molto altro ancora.
E’ più semplice capire adesso come quella fascetta con la scritta DOCG serva a dirci moltissime cose sul vino che stiamo versando nel nostro bicchiere.
Come si produce il Prosecco DOCG?
Il Prosecco Superiore si produce con almeno l’85% di uve glera, a cui si possono aggiungere altri vitigni tradizionali come il verdiso, la perera o la bianchetta. Ogni produttore sceglie come comporre il proprio prosecco, rispettando le percentuali di legge. Una volta raccolte a mano le uve, vengono diraspate e poi pressate. Da questo momento comincia la fermentazione del mosto e la produzione del vino. Per il Prosecco si usa il metodo Martinotti -Charmat, delle rifermentazione in autoclave con un sistema di presa di spuma con pressione controllata. In una trentina di giorni, avviene il miracolo della rifermentazione: gli zuccheri grazie ai lieviti diventano anidride carbonica. A questo punto non resta che imbottigliare il vino e aspettare qualche settimana prima di poterlo bere.
Anche in questo caso occorre fare una distinzione tra le diverse tipologie di prosecco a seconda dello zucchero presente nel vino. Esistono infatti 3 versioni: la Brut, la Extra Dry e la Dry. La versione brut è quella meno dolce, con residuo intorno ai 7-10 grammi per litro, poi c’è la versione extra dry, la più diffusa con 12-17 grammi per litro e per finire la versione dry, la più dolce di tutte.
Primavera del Prosecco Superiore 2018
Adesso che avete un po’ più chiaro il quadro e la storia del Prosecco, immaginate quanto sia difficile comunicare e far conoscere questo vino.. Ed anche il territorio a cui è strettamente legato. Stiamo infatti parlando di un unicum, non è possibile scindere il Prosecco dalle colline da cui viene prodotto. Io lo dico sempre per ogni vino e lo ripeto ora a maggior ragione: se volete davvero conoscere un vino visitate i luoghi dove viene prodotto. B ere e assaggiare è importante, ok. Ma per andare oltre dovete salire in macchina e andare parlare con gli enologi, i produttori, con tutte quelle persone che insomma vivono le loro vite tra i filari.
La Primavera del Prosecco Superiore vi offre proprio questo: un insieme di iniziative che si svolgono nell’arco di 4 mesi e che permettono di vivere appieno le colline e i borghi del Prosecco. Ci sono 17 esposizioni enologiche (le “mostre del vino”) in ogni borgo che promuovono aspetti di anno in anno diversi e che meritano di essere visitate. Ma ci sono anche passeggiate a piedi o in bici (io ho fatto quella in e-bike ed è stato divertentissimo), degustazioni, abbinamenti con prodotti tipici, viste in cantina ed in vigna. Insomma la primavera è la stagione ideale per scoprire le colline del Prosecco e nel sito ufficiale potete trovare il programma completo con tutti gli eventi in calendario!
Tour
Il mio tour alla scoperta della Primavera del Prosecco è stato interessante e intenso: in una giornata ho visitato la mostra del vino di Santo Stefano di Valdobbiadene e la Cantina Merotto con degustazione. E’ stato emozionante la mattina assistere tra i filari al “pianto della vite”, il fenomeno che segna il risveglio delle piante dopo l’inverno. Dai tralci escono delle goccioline, come delle piccole gocce di rugiada. Divertentissima poi il tour in e-bike sul Piave e tra le colline! (grazie e-bike perchè da solo mai e poi mai avrei potuto immaginare di fare quelle salite!)
Insomma il mio consiglio è di ritagliarvi un paio di giorni per visitare queste zone! Perdetevi tra le stradine, tra i borghi, godetevi il tramonto dalle colline con un bicchiere di Valdobbiadene e vedrete che vi sembrerà ancora più buono! Ma soprattutto, ogni volta che lo berrete rivedrete questi luoghi e non vi sembrerà più lo stesso!
Potete trovare altri racconti sulla Primavera del Prosecco sui blog dei miei compagni di vaggio:
Oppure seguendo con gli scatti degli amici igers su instagram l’hashtag #primaveradelprosecco #PDP2018
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