Dal 1972 ogni anno il 5 giugno si celebra la Giornata mondiale dell’ambiente, con una serie di iniziative in tutto il mondo per mantenere alta l’attenzione su dei problemi che ogni anno di più richiedono una soluzione. La giornata di quest’anno è dedicata ai cambiamenti climatici anche in relazione all’impegno che le Nazione Unite hanno deciso di dedicare nel 2014 agli stati formati da piccole isole. Si parte infatti dalle Barbados, uno degli arcipelaghi che più è minacciato dall’innalzamento del livello degli oceani dove lo slogan principale è “Alziamo le nostre voci, non il livello del mare!”.
Questo è un problema che ovviamente non riguarda solo isole lontane, ma anche molte delle nostre spiagge, o isole o città delicate come Venezia, di cui si legge tanto sui giornali in questi giorni.
Al di là delle celebrazioni, dei forum e della ritualità della giornata del 5 giugno, sono molte le cose che possiamo fare tutti e tutti i giorni per cambiare le nostre abitudini e cambiare l’ambiente. Prendiamo per esempio il problema dell’effetto serra e pensate che il contributo antropico è minore di quello derivante alla zootecnia, si inquina di più per allevare una mucca che per viaggiare in auto. Gran parte dei terreni in cui prima c’erano foreste, adesso sono coltivati a soia per farne mangimi oppure biodiesel, non a frumento o mais.
Le scelte alimentari che facciamo ogni giorno, sono importanti per l’ambiente e proprio per questo l’EXPO 2015 riveste un ruolo fondamentale per il futuro del mondo: devono essere trovate soluzioni, si deve puntare su politiche educative che riguardino tutti. Ma quello che mi preme sottolineare è che se è vero che i grandi temi devono essere affrontati a livello di governi, ci sono problemi ambientali che ognuno di noi deve e può risolvere localmente. Non dico di mangiare le cavallette, ma ridurre i consumi di proteine animali sì, prestare più attenzione al pesce facendo attenzione alla conservazione degli stock ittici, mangiare a km zero per evitare l’inquinamento da trasporti, evitare i prodotti alimentari con un packaging eccessivo.
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